La Specchia De La Crea e la Specchia dei Mori

Una Specchia comunicante con Carpignano è la Specchia DE LA CREA, ricadente nella località omonima sulla provinciale per Melendugno, distrutta purtroppo durante i lavori per la costruzione della strada provinciale!

Specchia dei Mori o Segla tu Demoniu (ubicata lungo la Strada Provinciale Martano – Caprarica) . Le specchie possono essere considerate come i più enigmatici monumenti megalitici. Come per i menhir e per i dolmen, la scarsità di indagini archeologiche è all’origine dell’affascinante mistero che avvolge tanti monumenti storici e preistorici del Salento. Forse il significato delle specchie è conservato nel loro stesso nome. Il termine dialettale “specchia” sarebbe una derivazione del latino “specola” ossia luogo per osservare, non a caso le specchie sorgono solitamente su rilievi e alture del territorio. Le specchie sono cumuli di massi informi di grosse/medie dimensioni disposti in modo da creare una primitiva piramide dalla cui sommità fosse possibile osservare il territorio. La Specchia dei Mori, con un diametro di circa 20 m ed un’altezza di circa 6 m si presenta come la più maestosa specchia presente nel Salento. La Specchia dei Mori sorge sul punto più alto della Serra di Martignano , la dorsale rocciosa a ridosso della quale sorgono i centri dell’isola ellenofona nota come Grecìa Salentina. Da tale dorsale, il cui punto più alto, quello appunto dove sorge la Specchia dei Mori, supera di poco i 100 m s.l.m., si può scorgere un lungo tratto del litorale adriatico e del territorio circostante. Il De Giorgi, in occasione dei suoi “viaggi” alla scoperta del Salento e delle sue caratteristiche, annotò nei suoi appunti di antiche specchie pietrate che rivelavano al loro interno strutture in pietra a secco dall’andamento regolare. Da questo si è ipotizzato che forse le specchie sono dei cumuli pietrosi contenenti dei dolmen destinati a sepolture e coperti con grosse pietre per proteggere le tumulazioni da profanazioni e offese. Come per i menhir, per i dolmen e per gli altri monumenti megalitici, anche attorno alle specchie è cresciuta una interessante mole di racconti (cunti della tradizione popolare) e favole. La Specchia dei Mori è conosciuta anche come Segla tu Demoniu, ossia Specchia del Demonio in quanto, secondo la tradizione, all’ interno vi si conserva un favoloso tesoro protetto dal Diavolo in persona. Sempre secondo le leggende locali, la specchia sarebbe ciò che resta di un’antichissima torre fatta edificare dalle popolazione del posto per raggiungere le divinità del cielo le quali, non avendo gradito l’affronto, fecero crollare rovinosamente la costruzione addosso ai costruttori stessi. Forse, anche in questo caso, il segreto della specchia di Martano sarebbe conservato nel suo nome più conosciuto, ossia “dei Mori”, quindi dei Saraceni e dei Turchi. La Specchia dei Mori, antico punto di avvistamento del territorio, sarebbe servito a partire dall’alto Medio Evo per osservare quel mare dispensatore di ricchezze e cultura, ma anche foriero di minacce e disgrazie. Interessanti le ipotesi formulate da alcuni studiosi del territorio che vedono nelle numerose specchie del Salento i punti nodali di un intricato sistema di allineamenti costituito da menhir, dolmen e strutture megalitiche volto a riproporre in terra il sistema astrale. La “Specchia dei Mori” è chiamata e conosciuta anche come la ”Segla tu demoniu”, perché, secondo la leggenda, nasconderebbe un tesoro formato da una chioccia e dodici pulcini d’oro, ma custodito dal demonio.Un’altra leggenda narra che dei giganti Mori, antichi abitanti di questi luoghi, un giorno eressero una specchia molto alta, per raggiungere il cielo. Gli Dei non gradirono questo gesto di sfida e così fecero crollare la torre seppellendo con le pietre tutti coloro che l’avevano costruita e sotto cui vivono da allora. Oggi ciò che resta delle Specchie del Salento sono degli enormi cumuli di pietre ormai prive di una forma ben definita.

Pubblicato da tesorinascosti_carpignanosalentino

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